Professor
Guido Morpurgo and Annalisa de Curtis [IT]
EN //
An undefined Heritage?
Relationships and memories are necessary materials in order to know the present, to restore missing links. Within the archipelago of small islands spread in southern venetian lagoon, Poveglia stands for the last habitable land before the outlet to the open sea in Alberoni.
As a part of a landscape made of small fortifications (the so-called octagons and other defensive structures) overseeing this part of the lagoon with their mongrel heritage, cultural and natural connections, Poveglia -deserted and up for a collective reuse- is now divided between its belonging to the urban system of the islands along Santo Spirito canal and the proximity to Malamocco, a village on the extreme piece of land between the lagoon’s geography and the open sea.
Differently from the morphological and architectural preeminence of the biggest islands shaping Venice, Poveglia stands as a kind of a minor ruin, a fragment of a wider system of relics from a prior civilization.
As an extreme -but not less important- find of an urban “underexposed” archeology, Poveglia is an interesing case study thanks to the conditions characterizing the venetian lagoon’s archipelago as a whole: the permanence of the anthropogeographic space’s fundamentals and its architectural plurality.
Such a mongrel results from the unceasing reconstruction and transformation of the lagoon city along its ancient traces; from the linguistic blending and buildings layering; from the settling of urban soil traces and civil, religious and military architectures; from the open, relational and agricultural spaces sequence.
Poveglia as a combination of architectural fragments and historical conditions floating on a wide “water square” is as well a special infrastructure belonging to the ancient strongholds system along the waterways innervating the lagoon landscape, a sequence of points outlining a widespread net between islands and mainland.
Along these lines, Poveglia island is the missing link between Venice and the southern lagoon, an interrupted architecture readable as a sample for the regeneration of this anthropogeographic landscape.
Project’s scope • Fundamentals
Poveglia consists of three islands carved out of an original unit: the fortificated octagon is the system’s caput to South and the lagoon’s outlet to the open sea; the central island, characterized by a variety of buildings and structures; the northern island, separated from the main one by a canal and marked only by the traces of an ancient agricultural use.
The three areas were connected by several bridges, of which only one remains between the central and the northern island.
The small islands’ tense sequence -marking the intermittent transition between water and land, nature and artifice- requires a design approach based on a dialogue between the legacy of the past and the new intervention, on interaction between landscape and built space as a tool to control the transformation and the relationship between architecture and its site.
The architectural plurality -in other words, the interaction between the recognizible ruins spread on Poveglia island- shapes a kind of archeological yard made of fragments. These pieces can be recomposed in a mosaic, symbol of the possibility to transform the fragments in a figure, combining the “tiny lasted debris”, as Leon Battista Alberti stated, in a project that refounds this island-architecture, site of the Venice lagoon’s multiple identities, where geography is history.
The project of an architectural mongrel turns in a narrative modification of the existing through the “re-writing” of the ancient buildings and traces. New uses and architectures can be invented recognizing, isolating and recomposing the fragments or “tiles” of buildings and infrastructural fabrics from the past, in order to actualize and shaping them in a new mosaic, with its architectures, uses and memories.
Design theme • Foundations
The project for the regeneration of Poveglia island is based on the proposal of a multidisciplinary Observatory of the lagoon’s architecture uf urban landscape and his infrastructures.
The system includes:
– general landscape and docks design on the islands composing Poveglia, including pathes and bridges
– reuse of the existing buildings and integration with new architectures, activities and public structures
– eventual study of a temporary physical connection with Malamocco village
New functions include:
– a “periscope”: public site to observe the lagoon
– research workshops for archive and documentation
– specialized library-mediatheque and 300 seat auditorium
– temporary residences and facilities for researchers
WORKSHOP ORGANIZATION
First week: Recognizing the Architectural Mongrel
– survey on Poveglia island and preparation of drawings and models’ bases
– plan of the elements linking Poveglia to the historical-geographic lagoon system and survey of the figures ordering the project’s fundamentals
Second week: Refounding the Architecture-island
– project: isolation and recomposition of the fragments through drawings and models
Third week: Turning the fragments into a unitary figure
– project’s drawings completion
– project’s models completion
Expected works
– general plans
– architectural plans, generating sections and elevations
– general model
– preparatory models of the possible variations
– models of parts and details
IT //
Un’eredità indefinita?
Relazioni e memorie sono materiali necessari per riconoscere il presente, per rigenerare connessioni perdute. Questa riflessione sulla pratica dell’architettura oggi ci porta nell’arcipelago di piccole isole che caratterizza l’area sud della laguna veneziana, in particolare a Poveglia che rappresenta l’ultimo estremo spazio abitabile prima dello sbocco sul mare ad Alberoni, parte del paesaggio di piccole fortificazioni (i cosiddetti ottagoni e le altre strutture difensive) che presidiano questa parte della laguna con una molteplicità di ascendenze storiche, connessioni fisiche e rimandi culturali.
L’isola oggi abbandonata e in attesa di una ridestinazione ad usi collettivi, appare contesa tra la sua appartenenza al complesso sistema di nuclei urbani delle isole che si allineano in sequenza lungo il canale di Santo Spirito, e la prossimità con l’abitato di Malamocco, fondato nel lembo di terra che segna il confine tra lo spazio geografico della laguna e il mare aperto.
Rispetto alla preminenza morfologica e architettonica del sistema delle isole maggiori che formano Venezia, Poveglia costituisce, insieme ad altri nuclei di questo settore lagunare, una sorta di rovina minore, frammento di un più vasto sistema di resti di una civilizzazione precedente. Ultimo “reperto” di un’archeologia urbana “sottoesposta”, ma non per questo secondaria, Poveglia è un caso-studio particolarmente significativo delle condizioni che insieme caratterizzano il sistema insulare della laguna veneziana: la permanenza dei fondamenti dello spazio antropogeografico e la pluralità architettonica di cui esso è composto. Tale pluralità è il risultato della continua ricostruzione e trasformazione della città lagunare sulla permanenza delle proprie antiche tracce; della contaminazione linguistica e della stratificazione del costruito; della sedimentazione dei disegni del suolo urbano con le sue architetture civili, religiose e militari; della sequenza degli spazi aperti, delle relazioni e delle colture (orti e campi agricoli).
Poveglia quale insieme di frammenti architettonici e di condizioni storiche appoggiato su un’immensa “piazza d’acqua”, è anche una speciale infrastruttura che appartiene al sistema di capisaldi storici dei canali navigabili che innervano il paesaggio lagunare, sistema di luoghi in sequenza che dispone una rete capillare di congiunzioni tra le isole e la terra ferma.
In questo senso l’isola di Poveglia rappresenta la connessione perduta tra la città di Venezia e la laguna sud, architettura interrotta che costituisce un caso-progetto esemplare per la rigenerazione di questa parte di paesaggio antropogeografico.
L’ambito di progetto • Fondamenti
Poveglia è costituita da tre isole originate dall’articolazione di una primigenia unità: l’ottagono fortificato che rappresenta il caput del sistema verso sud e lo sbocco della laguna verso il mare aperto; l’isola centrale caratterizzata da una pluralità di edifici e di manufatti; una terza isola, separata da quella principale da un canale, da sempre priva di costruzioni e in generale di elementi artificiali, salvo le tracce del suo antico uso agricolo. I tre ambiti erano collegati da ponti, di cui ne resta solo uno, ricostruito, tra l’isola centrale principale e lo spazio aperto a nord.
In questa tesa sequenza di piccole isole, che segna la progressiva transizione tra acqua e terra, tra natura e artificio, l’approccio progettuale si basa sul dialogo con l’eredità del passato che diviene così il principale interlocutore del nuovo, dove l’interazione tra disegno dello spazio aperto e spazio costruito è lo strumento riconoscitivo che stabilisce la struttura di appoggio della modificazione, figura di regolazione del rapporto tra architettura e sito.
La pluralità architettonica, ovvero l’interazione tra le differenti rovine dei luoghi costruiti ancora riconoscibili sull’isola di Poveglia, forma dunque una sorta di “campo archeologico” di frammenti ricomponibili in un mosaico che, come afferma Leon Battista Alberti, è il simbolo della possibilità di trasformare i frammenti in figura. Il progetto può allora riutilizzare “que’ minuti rottami rimasi” per una nuova trasformazione dell’esistente: la rifondazione di un’isola-architettura, luogo dalle molteplici identità nella laguna veneziana, dove la geografia è storia.
Riprogettare una pluralità architettonica diviene modificazione narrativa dell’esistente attraverso la “riscrittura” di opere e progetti precedenti. L’invenzione di nuovi usi e architetture si attua quindi attraverso il riconoscimento, la scomposizione e la ricomposizione dei frammenti o “tessere” di edifici e manufatti infrastrutturali del passato, riattualizzati per costruire il disegno e la forma di un nuovo mosaico, dando vita a nuove architetture, nuovi usi e memorie.
Il tema progettuale • Fondazioni
Il progetto di rigenerazione dell’isola di Poveglia si basa sull’idea di proporre un Osservatorio integrato sull’architettura del paesaggio urbano lagunare e sulle sue infrastrutture.
Il nuovo sistema comprenderà:
– il disegno generale del suolo, del paesaggio e degli approdi sulle 3 isole che formano Poveglia, comprensivo di percorsi e ponti;
– il riuso delle costruzioni esistenti attraverso la loro integrazione con nuove attività e strutture;
– un eventuale elemento di connessione temporanea (stagionale) con il nucleo urbano di Malamocco.
Gli usi previsti all’interno del sistema di edifici comprenderanno:
– “periscopio” come specola, luogo civile e spazio pubblico di osservazione visiva della laguna
– laboratori di ricerca di archivio e di documentazione
– biblioteca-mediateca specialistica e auditorium per 300 persone
– residenze temporanee per ricercatori con spazi di supporto dedicati
ARTICOLAZIONE DEL WORKSHOP
Prima settimana: riconoscere la pluralità architettonica
– sopralluogo sull’isola e preparazione delle basi grafiche e dei modelli in scala
– disegno degli elementi di appartenenza di Poveglia al sistema storico-geografico lagunare e rilievo delle figure di – regolazione dei rapporti tra fondamenti e fondazioni del progetto
Seconda settimana: rifondare l’isola-architettura
– scomposizione e ricomposizione dei frammenti attraverso elaborati grafici e modelli nel percorso del progetto
Terza settimana: trasformare i frammenti in figura unitaria
– completamento dei disegni di progetto
– completamento modelli in scala
Elaborati attesi
– tavole di inquadramento
– disegni canonici: tracciati regolatori e piante, sezioni generatrici, prospetti
– modello generale
– modelli di studio delle possibili variazioni
– modelli di parti e dettagli
Leave a Reply