Francesco Cellini Ingresso alla Biennale

Professor
Francesco Cellini [IT]

planimetria A

Planimetria A

IT //

1 – Generalità
Il progetto è quello delle biglietterie ai Giardini della Biennale, da realizzarsi in forma stabile nel luogo che la stessa storia (dal progetto originale di Attilio Selva per i ‘Giardini di Castello’, fino a molte delle più significative edizioni delle mostre tenute fino agli anni ’90) indica come il più adeguato, sostituendo le attuali costruzioni impropriamente collocate e provvisorie. (vedi planimetria A)

Si tratta di una struttura funzionale molto semplice, essenzialmente costituita da: uno o più banconi (per la vendita, le prenotazioni, gli abbonamenti, le informazioni ecc.) ospitanti un numero massimo di 12 postazioni per gli addetti al pubblico; due piccoli uffici amministrativi e i necessari servizi igienici per il personale (tutto questo deve essere chiuso, protetto e climatizzato).

Tuttavia le biglietterie, oltre a connotare l’ingresso della Biennale, svolgono anche un’importantissima funzione pubblica: sono uno dei più importanti luoghi d’incontro e di appuntamento di gran parte dei visitatori che si recano alle mostre. Questa qualità resta importante anche durante i periodi d’inattività dell’istituzione, per la contiguità con la vita pubblica che si svolge costantemente nei giardini e lungo le fondamenta. Per questo è possibile pensare che l’edificio, oltre al piccolo spazio chiuso che raccoglie la parte strettamente funzionale, offra un più ampio riparo dal sole (o dalla pioggia) e si conformi come un luogo agevole, confortevole e attraente.

L’edificio si fonda su una piattaforma piana (una spessa soletta in c.a. su pali, per non ostacolare il libero flusso dell’acqua); questa è collegata a un approdo Actv, che sostituisce quello attuale (per le dimensioni ed il funzionamento dei pontili e per le norme di circolazione dei passeggeri, vanno adottate integralmente le misure e lo standard Actv) (vedi schema B)

Le misure indicate nei disegni allegati sono sommarie e vanno verificate sul posto (il primo giorno di lavoro sarà dedicato a un attento sopralluogo, con rilievi e schizzi dal vero); soprattutto esse sono riferire agli ingombri massimi (che forse è opportuno sforzarsi di non raggiungere). Le altezze dell’edificio sono libere, seppure (vedi sotto) sembri opportuno, anche in questo caso, contenere tutte dimensioni del progetto.

Schema B

Schema B

2 – Linee della composizione
Un’attenta osservazione del luogo e della sua storia portano facilmente a comprendere come i migliori esempi di architettura dei Giardini siano quelli meno appariscenti, quelli più delicati, più concentrati su sottili qualità compositive e percettive: per questo, infine, anche più adeguati al carattere proprio del giardino e della città (vedi: il monumento e i padiglioni di Carlo Scarpa, compreso quello non realizzato per l’Italia, quello di Sverre Fehn, ecc.).

Appunto questo sarà l’obiettivo estetico del progetto: si chiede di rinunciare (per quel che è possibile) alla forma, per sostituirla con la sensibilità. Cioè con l’attenzione alle proporzioni, allo spazio, alla materia, al colore, all’ombra e alla luce. Soprattutto a questa: all’abbagliante specchio della laguna, ai suoi riflessi, alla sua mutevolezza tonale e cromatica….

3 – Elaborati e gruppi
il progetto prevede una buona conoscenza della storia recente dell’architettura e, in particolare, di quella di coloro che hanno lavorato per Venezia e per la Biennale; esso prevede anche un’attenta osservazione del sito e dei suoi caratteri.

Sarà condotto prevalentemente alle scale 1:100 e 1:50, utilizzando soprattutto soprattutto plastici (anche sommari e di studio) alla stesse scale.

Può essere svolto in gruppo, in non più di cinque studenti (il numero consigliato è di tre).

Sono qui allegate due immagini (Planimetria A e schema B)

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