Professors
Andrew Makin, Paloma Vera [ZA]
Assistant
Giovanni Vio
EN //
The 21st century – The Mediterranean Sea
Globalisation is a reality. Colonialism, the Industrial Revolution and Word War II have brought both cohesion and decimation, strength and vulnerability. Information networks and international human mobility feed each other and are globally ubiquitous. Once intransgressible post-colonial borders are pervious.
The historic wells of Western European resources are back in the hands of the colonised. The erstwhile economic centre of the world is feeling the bite.
Europe is in transition; a dynamic condition of cohesive union, or divisive fragmentation? And on the mineral fields, the new wealth flows to the elite and the poor remain poor.
The Mediterranean joins these two worlds. The pivot upon which each hangs. Across the Sea, comes a reverse colonial invasion. The colonised seek stability and opportunity in the ‘Motherlands’. The pressure grows. Ethnicity, religion, customs and traditions, and competition for economic opportunity become sites of either conflict,… or a new world.
2015 – Venice
Once a centre of massive trade and global cultural and artistic production, things have changed. The native Venetian population has thinned, ventured elsewhere for greater opportunity. Tourists and tourism keeps things afloat. But the tide is rising. The showpiece of urban and architectural wonder is under constant threat. Conservationist Heritage is the bedrock. But is it perhaps also the sinking-sand?
In Venice, an idea. What would happen if, at first tentatively, immigrants were welcomed? A new wave of production and trade, a new intelligencia, a new and eager workforce, a new energy of trade. A new stable population to call Venice their home, to protect and defend, grow and nurture. New colour, vibrancy, another in the layers of evolving history and heritage.
In terms of a bilateral agreement, these immigrants are Southern Africans! And in terms of a European Union Agreement, Venice has been declared a Free Trade Zone. The time for renewal has come.
July 2015 – Workshop
With 2 years to contemplate, conceive, design, and construct, there is urgent need to respond.
How will these people be accommodated, temporarily and then permanently? Where will they be productive; what are their skills and expertise? A new workforce to maintain and rebuild threatened urban and architectural heritage, how and where will they learn these specialised skills? With a rich hospitality and culinary heritage, where and how will they boost another layer of tourist appeal? Inherent traders, like Venetians of old, where and how will the marketplaces of exchange be constructed? Open to the potential and benefits of diversity, how will individual spatial interventions and their patterns enable fruitful and mutually enriching integration?
This Workshop will explore, develop and present in drawings and models to the ‘Council of the Future of Venice'[!], physical design proposals in response to these questions.
IT //
Secolo XXI – Il Mediterraneo
La globalizzazione è realtà. Colonialismo, rivoluzione industrial e Seconda Guerra mondiale hanno determinato sia coesione che decimazione, sia forza che vulnerabilità. Le reti dell’informazione e la mobilità umana internazionale si alimentano reciprocamente e sono globalmente ubique. I confini post coloniali che erano invalicabili sono ora permeabili.
Le fonti delle risorse, storicamente appartenute all’occidente d’Europa, sono nuovamente in mano a chi subì la colonizzazione. Quello che in precedenza era il centro economico del mondo ne prova fastidio.
L’Europa è in transizione. è una condizione dinamica di unità che unisce o una frammentazione che divide? Mentre, sui campi delle risorse, una nuova ricchezza fluisce verso l’élite e i poveri rimangono poveri.
Il mare Mediterraneo unisce questi due mondi. E’ la cerniera al quale ognuno rimane legato. Attraverso il mare si assiste a un’invasione coloniale a rovescio. I vecchi colonizzati cercano nella “madre terra” stabilità e opportunità. La pressione cresce. L’appartenenza etnica, la religione, le tradizioni e le usanze, e il competere per le opportunità economiche diventano le ragioni o di conflitto ,… o di un nuovo mondo.
2015 – Venezia
Un tempo centro importante di commercio, di cultura a livello mondiale e di produzione artistica, le cose sono Era un importane centro di scambio commerciale e di produzione culturale ed artistica: le cose sono cambiate. La popolazione nativa di Venezia si è assottigliata, rivolta altrove per migliori occasioni. Il turismo e i turisti tengono le cose a galla. Ma la marea cresce. Questo meraviglioso esempio di urbanità e architettura è sotto una costante minaccia. La conservazione del suo patrimonio è il presupposto per la sua stabilità. Ma sono forse anche sabbie mobili?
A Venezia: un’idea. Cosa succederebbe se, sdapprima per prova, gli immigranti venissero accolti? Una nuova ondata di produzione e commercio, una nuova intelligentia, una nuova e appassionata forza lavoro, una nuova energia per gli scambi. Una nuova popolazione stabile che trovi in Venezia la propria casa, che la protegga e la difenda, la cresca e la promuova. Sarebbe un nuovo colore, una nuova vivacità, che si andrebbe ad aggiungere negli strati di una storia e di un patrimonio in evoluzione.
In termini di un accordo bilaterale, questi immigranti sono del sud dell’Africa! E nei termini di un accordo dell’Unione Europea, Venezia è dichiarata un porto franco commerciale. E’ arrivato il momento del rinnovo.
Luglio 2015 – Workshop
A seguito di due anni di contemplazione, immaginazione,progettazione e costruzione, c’è urgente bisogno di reagire.
Come saranno accomodati, prima temporaneamente e poi permanentemente? Dove saranno produttivi; quali sono le loro competenze, i loro talenti? Come e dove apprenderanno le tecniche specialistiche per diventare la nuova forza lavoro che manterrà e ricostruirà il patrimonio urbano e architettonico minacciato? Come e dove potenzieranno quella nuova forma di attrazione turistica caratterizzato da una ricca ospitalità e da una lunga tradizione gastronomica? Dove e come troveranno luogo le nuove piazze mercato dello scambio, per questi innati mercanti, come lo furono i veneziani nella storia? Prestando il fianco alla potenzialità e i benefici della diversità, come si potrà generare una integrazione fruttuosa e di arricchimento reciproco con un’azione sullo spazio fatta di interventi individuali e di modelli?
In risposta a queste domande il laboratorio esplorerà, svilupperà e presenterà attraverso disegni e modelli al “Consiglio per il Futuro di Venezia”, proposte di progetto.