Urbicides. War & Architecture

Professors
Benno Albrecht (IUAV) + Jorge Lobos [CL]

Assistants
AnnaPaola Pola, Michele Di Marco, Jacopo Galli

Guests
Jørgen Eskemose Andersen e Wesam Asali e Jørgen Taxholm, Pierre d’Avoine, Enrico Guastaroba, Luca Panzeri

EN // Prof. Jorge Lobos and prof. Benno Albrecht two workshops will be developed together and will have the same program.

The issue concerns how to deal with the consequences of urbicides, the deliberate violence to the cities, their destruction, erasure of memory, the reception of survivors and refugees, their return home and the possible reconstruction of the cities offended by the madness of men.

The workshops will discuss the possible implementation strategies for refugee camps close to the areas affected by urbicides, will look at possible ways of rebuilding the destroyed cities and the necessary preservation of stone memories. The refugee camp and the reconstruction are opposed, but tied together because they deal with the same people only staggered in different times and places.

Millions of people live in refugee camps hoping to leave as soon as possible, people who run away from the historic towns under attack. They expect to return to their homes after the conflict but will only find ruins and memories of a rich past and their previous lives, demolished and canceled. Reality shows us that thousands of people can no longer return to their city of origin, because these were destroyed and torn down, and in the opposite direction, several refugee camps become permanent and tend to look like a new city. This huge contradiction between the historical, broken memories of destroyed cities, and refugee camps, a new temporary city in precarious conditions and without citizenship rights, shows the entire sequence of tragedies of urbicides.

How to deal with this state of affairs with the tools of architecture, is the purpose of the workshop and the case of Syria will allow us to show the current situation in this country.

International guests will present their experiences on this issue and the architectural possibilities and impossibilities to improve the quality of life in humanitarian crisis.

Guests will be:

– Jørgen Eskemose Andersen Director of the Department of Human Settlement at the Royal Danish Academy of Fine Arts, experts Low Cost Housing (Site & Service Schemes), Service Provision (planning and implementation), Urban Environmental Planning and Management, Regularization of Informal Settlements.

– Wesam Asali, Syrian architects graduated at Damasco University and working with Architects Without Borders – Denmark and Emergency Architect & Human Rights who will face the dramatic events Syria is undergoing

– Jørgen Taxholm, Copenhagen, architects that works for Tegnestuen Vandkunsten and Emergency Architect & Human Rights Denmark

– Pierre d’Avoine, London, architect who worked in UK, India, Italy, Ghana, Japan, Mozambique, West Indies and in Tehran.

– Enrico Guastaroba architect, expert in sustainability and innovative materials

– Luca Panzeri PCR owner, pioneering company fiberglass production.

New materials will be used to design the sequence of artifacts ranging from temporary shelters to permanent structures, true basis for the reconstruction of the historical heritage. The workshops will use models and sketches as a privileged communication tool.

As recalled by Gabriel García Márquez: “We know that we can not revive the world that was. Thanks to nostalgia, however, we know that we can try to make this world better than it was… or, perhaps, that our grandchildren can prove a better nostalgia”.


IT // I due workshop del prof. Jorge Lobos e del prof. Benno Albrecht saranno svolti assieme ed hanno il medesimo programma.

L’argomento riguarda come affrontare le conseguenze degli urbicidi, della violenza deliberata verso le città, della loro distruzione, della cancellazione della memoria, della accoglienza degli scampati e dei profughi, del loro ritorno e della possibile ricostruzione delle città offese dalla follia degli uomini.

I workshop tratteranno le possibili strategie di realizzazione di campi profughi vicini alle aree interessate dagli urbicidi, guarderanno alle possibili modalità della ricostruzione delle città distrutte e alla necessaria conservazione della memoria di pietra. Il campo profughi e la ricostruzione sono realtà opposte, ma legate assieme perché riguardano le stesse persone e gli stessi abitanti, solo sono scaglionate in tempi e luoghi diversi.

Milioni di persone vivono in campi profughi che sperano di lasciare al più presto possibile, sono le persone che fuggono dalle città storiche sotto attacco ed in guerra. Tutti si aspettano di tornare alla propria casa dopo il conflitto ma troveranno solo rovine e le memorie di un ricco passato e delle loro vite precedenti, demolite, cancellate, annullate. La realtà ci mostra che migliaia di persone non riescono più a tornare alle loro città d’origine, perché queste sono state distrutte e abbattute, ed in senso opposto, diversi campi profughi diventano permanenti e tendono ad assomigliare a nuove città. Questa enorme contraddizione tra patrimonio storico, le memorie spezzate delle città distrutte, e i campi dei rifugiati, una nuova città temporanea in condizione precaria e senza diritti di cittadinanza, mostra tutta la sequenza di tragedie basate sugli urbicidi.

Come affrontare questo stato di cose, con gli strumenti dell’architettura, è lo scopo dei workshop e il caso della Siria ci permetterà di mostrare la situazione attuale in questo paese.

Ospiti internazionali illustreranno le loro esperienze in questo tema e le possibilità architettoniche e le impossibilità di migliorare la qualità della vita in situazione di crisi umanitaria. Saranno presenti:

– Jørgen Eskemose Andersen Direttore del Department of Human Settlement at the Royal Danish Academy of Fine Arts, è esperto in Low Cost Housing (Site & Service Schemes), Service Provision (planning and implementation), Urban Environmental Planning and Management, Regularization of Informal Settlements.

– Wesam Asali, architetto siriano laureato a Damasco e che lavora con Architects Without Borders – Denmark che tratterà dei più attuali drammatici avvenimenti che riguardano la Siria.
e poi saranno ospiti anche:

– Jørgen Taxholm Emergency Architect & Human Rights Denmark, esperto in social housing. 

– Pierre d’Avoine, Londra, architetto di fama internazionale che lavora in UK, India, Italy, Ghana, Japan, Mozambique, West Indies e a Tehran.

– Enrico Guastaroba architetto esperto in sostenibilità e nei materiali innovativi.

– Luca Panzeri titolare della PCR, azienda d’avanguardia nella produzione di fiberglass.

Saranno utilizzati materiali innovativi per progettare la sequenza di manufatti che va dai ricoveri temporanei alle vere strutture permanenti di base per la ricostruzione del patrimonio storico. I workshop utilizzeranno plastici e disegni a mano libera come strumento di comunicazione privilegiato.

Come ricorda Gabriel García Márquez: “Sappiamo che non possiamo far rivivere il mondo che è stato. Grazie alla nostalgia, tuttavia, sappiamo che possiamo provare a rendere questo mondo migliore di quello che è stato… o, forse, tale che i nostri nipoti possano provare una nostalgia migliore della nostra”.

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